Luogo: Il Borro (San Giustino Valdarno)
Direttore dei Lavori: Arch. Rino Cappelletti
Curatrice della mostra: Martina Becattini
Cronologia: Progetto 2014 – Realizzato 2014
Dovendo progettare per la famiglia Ferragamo una sala espositiva che, oltre a raccontare la storia dell’intera tenuta de Il Borro e delle sue produzioni, avrebbe racchiuso le opere di alcuni dei più grandi artisti della storia, come Rembrandt, Mantegna, Warhol e Picasso (tutte facenti parte della collezione d’arte privata di Ferruccio Ferragamo), il primo passo è stato quello di studiare questa lunga serie di incisioni al fine di scovare il significato celato dietro ad esse e più in generale dietro la parola “vino“, nettare salvifico e diabolico, liberante di emozioni liete ma passionale ed insidioso, rappresentato costantemente come elemento di unione tra rituali antitetici, dalla sacralità delle messe alla perdizione dei baccanali.
Da qui sorge uno dei concetti fondamentali che hanno generato il progetto – nato anche grazie al confronto con la Curatrice Martina Becattini – ovvero la volontà creare uno spazio che non obbligasse il visitatore all’interno di un percorso statico, ma che permettesse di muoversi liberamente nella “storia dell’arte del vino”, attraverso sotto-aree tematiche differenti in grado di suscitare emozioni diverse negli osservatori.
Il tutto è una mescita. Un’analogia fluida. La sala espositiva si apre ed accompagna i visitatori con una serie di curve e controcurve che danno vita al grande schermo da proiezione di 18 metri, per poi spingersi di rimbalzo verso la zona contenente le opere d’arte, la quale riempiendosi lentamente porta alla scoperta dei vari temi, avanti ed indietro tra di essi, come un calice ed il suo vino che, ruotando, torna costantemente a riabbracciare ogni superficie che riesce a lambire.