Committente: Acli San Leo Arezzo
Luogo: Arezzo
Collaboratori: Andrea Cardelli, Paola Casi, Rita Mazzini
Consulenti per la viabilità: Remo Chiarini, Renato Panfoli
Dimensioni: Dimensioni lotto 1150 mq | Superficie costruita 760 mq
Cronologia: Progetto preliminare 2010
Il vasto perimetro dell’area Unoaerre, definito delle aree oggetto del recupero, costituisce un ambiente che da porzione marginale e periurbana del territorio comunale svolgerà un ruolo delicato di cerniera oltre che di riconnessione tra l’abitato di San Leo, sviluppatosi notevolmente negli ultimi decenni, e tutta una serie di episodi di insediamenti disarticolati che non hanno trovato nel tempo una loro dimensione urbana su Via Fiorentina e nell’area produttiva di Pratacci .
Oltre a tutta una serie di specificità legate al progetto ed alla sua singolarità sotto il profilo urbanistico e degli spazi di relazione, l’obiettivo che questa proposta progettuale vuol raggiungere è quello di porsi come elemento che riallaccia e rigenera tutta una serie di spazi, di episodi che presi singolarmente risultano oggi come incompleti ed incompiuti. Il progetto tende, attraverso la riqualificazione della vasta area verde marginale all’abitato di San Leo attualmente sotto utilizzata, ad aprirsi e ricongiungersi alla novità urbanistica anche attraverso il posizionamento di un importante funzione di uso collettivo e pubblico come un auditorium che sarà la testata verso l’abitato di San Leo, anello di giunzione e fusione, non retro di un altro intervento chiuso in se stesso. Anche lo spazio occupato dall’area ex Supergas, è oggetto di una completa rivisitazione urbanistica, in considerazione anche delle vaste aree a verde pubblico, maggiormente valorizzate dalla proposta, che prevede l’immissione di un centro sportivo comprendete una piscina ed una palestra integrate con un plesso scolastico per scuole elementari.
Questo intervento, unitamente al collegamento con il plesso scolastico su via F.lli Lebole, va a riconnettere spazi urbani che trovano nuove opportunità e innalzano la qualità della vita dell’intero quartiere.
La proposta prevede una forte correlazione tra la zona residenziale, commerciale e direzionale, con una piazza come elemento che unisce le aree funzionali, cuore pulsante, protetto e schermato, dove gran parte degli edifici si affacciano; una piazza che si estende all’area a verde e ne completa la fruibilità.
La nuova viabilità interna sarà regolata e riservata esclusivamente per all’accesso all‟area, grazie alla presenza di ampie zone a parcheggio breve e temporaneo aperte, comunque esterne al nuovo nucleo urbano, ed interrate per sosta lunga e domiciliare; il flusso veicolare sarà moderato e soprattutto non sarà utilizzato da mezzi pesanti che per accedere all’area artigianale adiacente utilizzeranno la nuova viabilità perimetrale che si immetterà su quello che rimane di via delle Biole in interconnessione con l’anello esterno all’area oggetto dell’interevento di riqualificazione urbana.
Il progetto di riqualificazione urbana è stato affrontato come occasione per promuovere un modello urbano ecosostenibile e funzionale. Tale definizione evoca interventi urbanistici dislocati prevalentemente nell’Europa Centro-Settentrionale, là dove si è ampiamente sperimentato un’urbanistica volta a ricostruire “eco-sistemi urbani” che pongano al centro della progettazione l’interazione tra la presenza antropica e l’ambiente. Dimostrare che tali teorie non sono poi così inapplicabili alle nostre città o alle nostre latitudini è stato l’obbiettivo prefissato. Convinti che anche la “qualità ambientale” può avere una valenza economica spendibile soprattutto se riferita ad un’area pesantemente compromessa dal punto di vista ambientale e che si ritrova, suo malgrado, inglobata nel tessuto urbanizzato della città a rappresentare un‟occasione di ricucitura con una periferia, quella di San Leo, percepita ormai sempre meno come tale.
Per questo sono stati selezionati una serie di elementi ,che costituiscono le linee guida del progetto di recupero, considerati condivisibili con i potenziali fruitori di quest’area e che allo stesso tempo risultino sufficientemente attrattivi per gli investitori.
– Il tema dell’acqua che diventa pretesto architettonico per enfatizzare una gestione integrata del ciclo dell’acqua, dalle piovane alle reflue. Sfruttando la presenza del borro di San Leo come elemento di raccolta e di accumulo di tutte le acque meteoriche dell’area, predisposto ad un riutilizzo delle stesse per la gestione delle aree verdi.
– Il contenimento energetico e l’utilizzo di energie rinnovabili ottenibile attraverso una corretta progettazione bioclimatica degli edifici volta ad assicurare elevati standard di comfort e di benessere degli ambienti interni, assieme a prestazioni energetiche dei fabbricati che siano all’altezza delle realizzazione europee e che quindi non si limitino al minimo requisito di legge ma che sfruttino tutte le moderne tecnologie per ottenere edifici con alte prestazione energetiche.
-Il verde come tessuto di connessione privilegiato e tema dominante di tutta la progettazione, utilizzato come elemento di regolazione del microclima, del rumore, della qualità dell’aria. Pensato come parco urbano, quindi prevalentemente pubblico, diventa luogo di interazione sociale e di scambio culturale e generazionale nella parte dedicata agli “orti urbani”.
– La viabilità carrabile interna è volutamente rilegata ad un unico percorso riservato all’accessibilità dei residenti verso i parcheggi completamente interrati.
All’interno del quartiere viene privilegiata la viabilità pedonale e ciclabile. Gli edifici a destinazione commerciale e direzionali sono stati mantenuti volutamente in contiguità degli assi viari esistenti in modo da non richiedere una viabilità carrabile aggiuntiva interna al quartiere ed allo stesso tempo in modo da ritagliare spazi di parcheggio di servizio marginali all’area di intervento.
– L’eterogeneità delle funzioni previste nel quartiere diventa pretesto compositivo nella ricerca di spazi collettivi di fruizione pubblica come la piazza attorno alla quale si stringono tutte le tipologie di funzioni previste: residenziale, commerciale, servizi collettivi e direzionale, e che può essa stessa diventare occasione e luogo per eventi estemporanei.
– L’eterogeneità sociale dei fruitori del quartiere diventa un ulteriore valore aggiunto al progetto perché promotore di occasioni di scambio tra classi sociali e come tale momento di arricchimento reciproco. La presenza di edilizia sociale, di edifici specialistici come l’auditorium o come l’albergo, il nuovo plesso scolastico, la palestra, la piscina, gli orti urbani, contribuiscono a costruire un ambiente che”attrae fuori” e stimola ad uscire dall’intimità degli spazi confinati.